Melanzanopoli, Paure remote

Siete mai stati presi da brividi di impazienza per cose ascoltate e mai viste, e che ora il tempo ha dato forza ai vostri occhi e trasformato in realtà i vostri pensieri?

Oggi il mare da lontano, con il suo ondeggiare silenzioso, ha sopito ogni creatura qui a Melanzanopoli.

Solo Fina è sbucata fuori dalla sua casetta perché il sole con i suoi lunghi raggi, attraversando una goccia di rugiada, ha colorato di mille colori la sua piccola stanzetta, ma………all’improvviso, con la coda dell’occhio, nota dei piccoli minuscoli esseri che si muovono come uno starnuto controvento.

Presa da una paura intensa, con il cuore palpitante come un trattore che invade una zolla di terra durissima, scatta fuori velocemente, attraversa il lungo viale e dirigendosi verso la torre del suono apre la piccola porticina di foglie di castagno e con fare lesto sale gli ottanta gradini prima di arrivare in cima e suonare la campana, svegliando gli abitanti di Melanzanopoli, per avvisarli che i bruchi mangiatutto erano arrivati per svuotare le provviste.

Al suono della campana tutti si destarono da quel sonno profondo e in fila come un esercito ben addestrato guidato da Virginia, la Signora Melanzana, si recarono presso la casa della grande gioia. Virginia, aprì lo sportello in alto a destra del vecchio tinello, dove la Luna ogni sera posa il suo primo chiarore, prese il corno magico e lo suonò. Era come ascoltare un martello pneumatico appoggiato al tuo orecchio, un suono cupo e rimbombante, tale da infastidire e mettere in fuga i bruchi mangiatutto.

Finalmente, quando si accertarono della fuga dei nemici, gli abitanti iniziarono a gioire con salti e grida di gioia. Nel frattempo, Virginia insieme alle consorelle, aveva preparato una succulenta colazione, spiegando l’importanza di mangiare al mattino: pane, frutta e latte per non farsi trovare impreparati dai bruchi mangiatutto.